PROFILO DELL’OPERA

Tra le numerose ninfee dipinte da Claude Monet la migliore – secondo Charles Péguy (1873-1914) – non sarà l’ultima, frutto di un crescente apprendimento, bensì la prima, figlia dello stupore. Solo lo stupore, infatti, veramente conosce. Il resto è “sistema” rigido, è imporsi del “bell’e fatto”, è invecchiamento prodromo della morte. Non è più avvenimento. Con questa rivoluzionaria impostazione Péguy ha guardato il “mondo moderno” denunciandone la forza avvilente, ha combattuto per la “città armoniosa”, ha ritrovato la fede di quand’era bambino, ha vissuto da “cristiano della comune specie”, ha cantato le meraviglie della “giovane speranza” e la grandiosa avventura di Eva/umanità. Ed è morto in battaglia, perché il rapporto con l’Eterno e con l’Infinito si gioca tutto nella brevità di un tempo e nella carnalità di uno spazio.

AUTORE

Pigi (Pierluigi) Colognesi è giornalista; attualmente editorialista del quotidiano on line ilsussidiario.net. Ha fatto parte della redazione del mensile «CL-Litterae communionis», di cui è stato direttore dal 1989 al 1993. In seguito ha lavorato all’Università Vita-Salute San Raffaele e presso la Fondazione Russia Cristiana, iniziata da padre Romano Scalfi, di cui ha scritto una biografia (San Paolo, 2007). Con lo stesso editore ha pubblicato nel 2009 un volume dedicato al pittore americano William Congdon e con le Edizioni di Pagina una serie di ritratti di scrittori, teologi e artisti (L’umana avventura, 2008). È autore dell’unica biografia italiana di Charles Péguy (Rizzoli, 2012) e curatore della mostra sullo scrittore proposta dal Meeting di Rimini nel 2014 in occasione del centenario della morte dello scrittore (catalogo: Charles Péguy. Storia di un’anima carnale, Edizioni di Pagina, 2014).